Container: normalizzazione ancora lontana

Sarà un’estate calda per il trasporto e la logistica. Secondo un’indagine condotta dalla società tedesca Container xChange (“xChange Industry Pulse Survey“) presso alcuni operatori del settore (spedizionieri, caricatori e imprese di commercio), il 51% degli intervistati prevede nei prossimi mesi una situazione peggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in termini di ritardi o intasamenti, mentre solo il 26% intravvede un miglioramento e il restante 22% non si attende sostanziali cambiamenti. Nonostante questa visione pessimistica, il 62,1% ha dichiarato di affidarsi al mercato spot – che prevede tariffe più alte e maggiori rischi di ritardi all’imbarco – o, in ogni caso, di non avere attuato azioni che garantiscano l’arrivo delle spedizioni ai clienti.

Ancora: il 58% degli intervistati individua le cause delle difficoltà ai confinamenti attuati in Cina per l’epidemia di Covid-19, che rendono difficile la produzione e la spedizione dei lotti pianificati, aumentando così gli arretrati nel carico delle stive delle portacontainer dirette in Europa e negli Stati Uniti.”Ci risulta difficile prevedere dove spedire i nostri container e se riusciremo a trarne profitto, dato che le compagnie di navigazione chiedono tariffe più elevate per i container Soc”, ha affermato Amanda Mallia, responsabile vendite e acquisti di Oceanbox Containers.

Resta anche difficile reperire container vuoti, sempre a causa dei confinamenti cinesi, a cui si aggiunge la fisiologica riduzione della richiesta durante la stagione estiva, a causa dello spostamento della spesa sui servizi per le vacanze piuttosto che sui prodotti di consumo. Gli operatori intervistati da Container xChange dichiarano così di essere restii a trasferire container vuoti in Cina.

In ogni caso, fare previsioni  – anche a breve termine – risulta molto difficile: “Prevedere esattamente cosa accadrà nell’alta stagione di quest’anno è più difficile del solito, perché ci sono così tanti segnali contraddittori e intangibili – spiega Christian Roeloffs, co-fondatore e CEO di Container xChange -. In termini di offerta di merci, abbiamo visto che i confinamenti causati dal Covid-19 in Cina hanno influito sulla disponibilità di merci da esportare verso i mercati chiave in Europa e Nord America. Ci si chiede se la Cina intenda sacrificare la sua politica di zero Covid-19 per rimettere in moto il commercio e l’economia”. Se ciò avverrà, prosegue Roeloffs, “è probabile che assisteremo a un’impennata sostanziale delle esportazioni arretrate. Se le regole di confinamento saranno presto allentate e i camionisti potranno tornare a lavorare, questi arretrati arriveranno in concomitanza con gli ordini della stagione di punta, il che potrebbe causare un blocco della catena di approvvigionamento nei porti europei e statunitensi, dove la congestione è già molto diffusa”. É però difficile che il Governo cinese comprometta la sua rigida politica sanitaria per favorire il commercio, precisa.

Sul versante della domanda, Container xChange ritiene che molteplici fattori – tra cui le previsioni sul PIL, l’inflazione e la fiducia dei consumatori – suggeriscono che stiamo entrando in una fase di deflazione. “Ciò potrebbe contribuire a compensare un’improvvisa ondata di merci provenienti dalla Cina, soprattutto se ci sono segnali che indicano che i consumatori stanno spendendo di più per i servizi anziché per i prodotti”, spiega la società tedesca.

La situazione cinese non è l’unico fattore che condiziona lo scenario a breve del trasporto marittimo di container. Gli intervistati aggiungono altri punti critici: la disponibilità di container, i depositi pieni, l’inflazione, la crisi tra Russia e Ucraina e l’aumento dei prezzi.